Decidere è
parte del nostro essere uomini, conseguenza dell’evoluzione della nostra specie
che ci fa essere in grado di pensare, valutare, pianificare.
Giornalmente ciascuno di noi compie
innumerevoli decisioni, a volte in modo automatico, istintivo e non consapevole
a volte in modo ragionato e soppesato.
A che ora svegliarci, cosa indossare,
l’itinerario da seguire per raggiungere il posto di lavoro, cosa mangiare a
colazione, etc etc..(tanto
per fare degli esempi), sono delle scelte quotidiane e comuni che non
richiedono un eccesso di sforzo.
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Quando ci
troviamo a dover scegliere su questioni importanti, ricche di conseguenze per
il nostro futuro e quello delle persone che ci stanno vicino, potremmo invece
provare delle difficoltà e a volte bloccarci senza riuscire a prendere una
decisione.
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Chiudere una relazione,
Cambiare lavoro, Rivelare o meno un segreto, Effettuare o meno un intervento,
etc posso essere degli esempi di decisioni difficili da prendere.
Ci
ritroviamo così ad arrovellarci il cervello giorno e notte, stilare liste di
pro e contro, propendere un minuto per una decisione e quello dopo per quella
opposta, senza riuscire a venirne a capo con livelli di ansia crescenti.
Non vogliamo
sbagliare..Non vogliamo soffrire..
Questa
condizione di impasse è ben rappresentata dal paradosso dell’ Asino di Buridano:
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“Un
asino affamato e assetato è accovacciato esattamente tra due mucchi di fieno
con, vicino a ognuno, un secchio d'acqua, ma non c'è niente che lo determini ad
andare da una parte piuttosto che dall'altra. Perciò, resta fermo e muore.”
Ma cosa cela in realtà questo blocco decisionale?
Nella maggior parte dei casi alla base dell’incapacità di operare una scelta vi è la difficoltà di gestire la paura che la decisione suscita. Non si tratta di una paura oggettiva e legata alla scelta e alla situazione in sé, ma è frutto dei significati che noi diamo a questa scelta da compiere, della costellazione di giudizi che diamo su di noi e sulla nostra efficacia, frutto delle aspettative che non possiamo disattendere e di quella vocina interiore che ci intima “Non puoi sbagliare!”
Nardone
(2014) rileva ben 6 diversi tipi di paura coinvolti nell’atto di scegliere: la
paura di sbagliare, la paura di non essere all’altezza, la paura di esporsi, la
paura di non avere o di perdere il controllo, la paura dell’impopolarità.
Come se ne esce?
Il blocco decisionale necessita di una fase di ricontestualizzazione
per giungere al suo superamento. Tutti gli elementi implicati nella scelta cioè
saranno spurgati da questa sovrastruttura di aspettative, giudizi e timori.
Solamente attraverso un cambiamento di prospettiva e un abbandono delle
soluzioni già tentate per uscire dallo stallo il soggetto si approccerà alla
scelta in modo produttivo. E’ importante che egli abbia a disposizione tutte le
informazioni del caso, che possa analizzare in modo lucido il “cosa voglio ottenere con questa scelta” e
che pervenga ad una assunzione di responsabilità rispetto alle conseguenze
della sua decisione..sia in caso di successo che in caso di insuccesso.
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