martedì 14 luglio 2015

Aneddoti Strategici. N°1 L'ubriaco e la chiave perduta








La Psicoterapia Strategica fa largo uso di aneddoti, aforismi e metafore che permettono di rappresentare comportamenti, atteggiamenti problematici comuni in una dimensione “altra da sé” e immediatamente comprensibile. 

Già alla fine degli anni ’70 Paul Watzlawick ne sosteneva la grande forza ed efficacia nell’impiego nel trattamento in tempi brevi di ansia, depressione, panico e disturbi della sfera relazionale (P. Watzlawick, 1977).

Si parte dal presupposto che aneddoti, aforismi e metafore siano in grado di mettersi in relazione con la parte destra del nostro cervello, il cosiddetto cervello emotivo, illogico ma profondo e in grado di cogliere la realtà nella sua totalità.
E’ proprio sull’emisfero destro del nostro cervello che la terapia intende agire, perché essendo esso più libero dagli effetti della razionalità, l’azione su di esso produrrà un reale cambiamento funzionale, duraturo e concreto. 

Metafore, aneddoti e aforismi sono pertanto importanti strumenti del terapeuta strategico, che se ne servirà attraverso un linguaggio ipnotico e suggestivo per accedere all’emisfero destro e facilitare il cambiamento, dandogli voce e attivando risorse bloccate dal conflitto col cervello logico-razionale (E. M. Secci, 2013)

Dall’importanza di questi suggestivi ed evocativi strumenti strategici nasce l’idea di pubblicare periodicamente in questo blog, in una vera e propria collana, alcuni aneddoti strategici (i miei preferiti), avvalendomi dell’ausilio grafico delle superlative vignette che il bravissimo amico illustratore Giovanni Cavallo sta appositamente producendo.

Ecco il primo aneddoto della collana, che mi ha folgorato nella sua laconica semplicità sin dalla prima volta in cui lo sentì per bocca del Prof. Giorgio Nardone nel lontano 2007 al 3° Convegno Europeo di Terapia Breve Strategica e Sistemica.


Il primo aneddoto qui presentato "L'ubriaco e la chiave perduta" esemplifica, rappresentandolo metaforicamente, il comportamento della persona che ha un problema, un disagio. 

L’essere umano tende a mantenere una ostinata fedeltà a soluzioni che si sono rivelate efficaci in situazioni simili in passato ma che non sono calzanti alla situazione attuale con la conseguenza che non si utilizza la soluzione giusta (perché non la si vede, perché non la si può neanche ideare) e si complica la situazione aumentando il disagio. 

L’uomo non si avventura nella zona d’ombra dove ha perso la chiave e continua a cercare nelle condizioni in cui comunemente si cerca qualcosa, sotto un raggio di luce. Non importa se la luce non cade nel posto giusto, il posto in cui si è smarrita la chiave!

Compito di una psicoterapia, dunque, è condurre l'uomo ubriaco a cercare le proprie chiavi nel posto giusto, quello in cui presume di averle perse, e aiutarlo a sperimentare metodi alternativi ed efficaci di ricerca.