giovedì 19 novembre 2015

Come smettere di litigare

immagine dal web







Vuoi smettere di litigare? Ecco come fare.

Alla base di litigi, discussioni e incomprensioni (col partner, con i figli, ma anche nella nostra sfera sociale e lavorativa) vi sono dei processi di cattiva comprensione dell’altro e il ripetersi di copioni comunicativi che portano inesorabilmente allo scontro.
Due sono essenzialmente le strategie da mettere in atto per bloccare questo processo, chiamate rispettivamente “Ascolto attivo” e “ Messaggio- Io” (elaborate da Thomas Gordon negli anni '90 per i genitori e gli insegnanti ma applicabili a qualsiasi altro contesto).

Davanti ad un problema con un’altra persona (tuo figlio, il tuo partner, la tua amica, tua madre, il collega di lavoro, la vicina di casa..CHIUNQUE) è fondamentale riuscire a focalizzare per chi la situazione è problematica. 


È un problema per TE o è un problema per l’ALTRA PERSONA?


Se riconoscerai che nella situazione data il disagio è dell’altro cerca di capire perché e come si sente attraverso l’ Ascolto Attivo.


Se il disagio è tuo, per avviare un processo di comunicazione efficace, esprimi il tuo malessere in modo autentico astenendoti da giudizi negativi, attraverso il cosiddetto Messaggio-Io”. 


ASCOLTO ATTIVO

 

immagine dal web

immagine dal web

 

 

 

 

 

 

Quando l’altro ci parla il più delle volte sentiamo le parole che l’altro pronuncia senza una reale comprensione della globalità del messaggio che l’altro ci vuole comunicare.

L’Ascolto Attivo è un processo attivo  che richiede impegno e concentrazione, nonchè capacità di mettere da parte i propri pensieri, la propria volontà, le proprie preoccupazioni.

Questo tipo di ascolto si basa sulla tecnica del RISPECCHIAMENTO EMPATICO:
1. METTERE DA PARTE I PROPRI PENSIERI, LE PROPRIE PREOCCUPAZIONI PER ACCOGLIERE L’ALTRO;
2.  PRESTARE ATTENZIONE A QUELLO CHE L’ALTRO DICE E COME LO DICE (non verbale e paraverbale);
3.  STARE IN SILENZIO E NON INTERROMPERE;
4.  MANTENERE IL CONTATTO VISIVO e FARE CENNI DI ASSENSO COL CAPO;
5.  FARE SOLO DOMANDE APERTE: Le domande in base a come sono poste possono indurre l’altro ad aprirsi o a trincerarsi dietro una chiusura difensiva. Facendo domande aperte lasciamo all’altro ampia possibilità di risposta e stimolano l’esposizione di opinioni, pensieri, sentimenti (es. Come, Cosa- Vorresti, Cosa ne pensi ) laddove con una domanda chiusa (passibile sono di un si o di un no) costringiamo l’altro ad una risposta specifica spesso forzata.
6.  EVITARE “BARRIERE ALLA COMUNICAZIONE” QUALI:

  •     ORDINARE – ESIGERE (“ Bisogna che tu ...” “Tu devi …” “Tu farai …”)

  •     MINACCIARE (“E’ meglio per te …, altrimenti …” “Se non farai così …” “Sarà meglio..”)

  •    FARE LA PREDICA, DIRE COSA SI DEVE O NON SI DEVE FARE (“Tu dovresti …” “Non       dovresti …” “Sarebbe opportuno …” “Sta al tuo senso di responsabilità di …”)

  •    DARE SOLUZIONI GIA’ PRONTE (“Perché tu non …?” “Quello che farei io al posto tuo è …” “Consentimi di darti un suggerimento …” “La miglior cosa da fare è..”)

  •   PERSUADERE CON ARGOMENTAZIONI LOGICHE (“Ecco perché tu sbagli …” “In realtà le cose stanno così …” “Sì, però, …”)

  •  GIUDICARE - DISAPPROVARE – CRITICARE (“Tu sei un maleducato …” “Ma sei stupido?”)

  •  FARE COMPLIMENTI ED APPROVARE IMMERITATAMENTE (“Bene, stai facendo un ottimo lavoro …” “Hai proprio ragione”)

  •  UMILIARE – RIDICOLIZZARE (“Scansafatiche!” “Piagnone!” “Sei un disastro”)

  •  INTERPRETARE - ANALIZZARE I COMPORTAMENTI ALTRUI (“Sai bene perché …” “Tu sei semplicemente stanco …” “Tu in realtà non vuoi dire questo …” “Ciò che non va con te è …”)

  • CONSOLARE – MINIMIZZARE (“Non preoccuparti…”“Cosa vuoi che sia”)

  •   CAMBIARE ARGOMENTO (“Parliamo piuttosto di cose piacevoli, …”)

  •   INTERROGARE (“Perché …?”“Chi …?” “Ma cosa hai fatto?” “Come?”)


7. EFFETTUARE LA RIFORMULAZIONE. Mentre pratichiamo l’ascolto attivo è opportuno di tanto in tanto riformulare in modo da dare all’altro la prova del nostro ascolto e della nostra attenzione incondizionata e testare la nostra comprensione di quanto ci stia dicendo. Questo fa rilassare l’interlocutore che si aprirà maggiormente.


                                                             MESSAGGIO- IO

                                      


immagine dal web

                                                 
immagine dal web



                                                       




   

 

 

Si tratta di una modalità di comunicazione assertiva che permette di esprimere critiche in modo costruttivo.

Se hai capito che sostanzialmente il problema, il disagio è tuo, attraverso il "Messaggio-Io" renderai espliciti i tuoi sentimenti, assumendoti la responsabilità  del tuo stato d’animo e la responsabilità di essersi aperto abbastanza sinceramente, lasciando all’altro la responsabilità del proprio comportamento.

Fasi da seguire per un corretto "Messaggio Io"

1. DESCRIZIONE DEL COMPORTAMENTO:
            “Quando tu fai……………”
2. DESCRIZIONE DELLO STATO D’ANIMO
            “Io mi sento………………”
3. DESCRIZIONE DELLE CONSEGUENZE CONCRETE
            “Perché…………………..”

Esempi:

Messagio-Tu 
“Sei sempre il solito!..Se non mi dici che intenzioni hai per il fine settimana mi organizzo da sola!”

Messaggio-Io:
“… Quando tu non sei chiaro su cosa faremo questo fine settimana io mi sento molto arrabbiata perchè rimango in sospeso mentre vorrei sapere come organizzarmi" 

 Messaggio-Tu
" Daniele basta! Quante volte devo dirti di non saltare sul lettone?"

Messaggio-Io
" Daniele quando salti così sul lettone, io ho paura che tu ti faccia male perché saltare così è pericoloso, può farti cadere dal letto!”



 

...E adesso mettiti all'opera! I risultati sono garantiti! :-) 



Nessun commento:

Posta un commento